Description: Dance O.P. (storia di una protesi)

E’ un’indagine del nostro interno, nata dall’unione delle radiografie di famiglia. Come ritrovare una via, dare un senso ad un evento tragico per costruirne una mappa percorribile.
Non possiamo capire cosa ci succede solo accarezzando la pelle. Ed allora?
Si è trovato un’ordine, partendo dall’ordine geometrico dello scheletro, una possibile chiralità?
Sappiamo che la regola è una sola delle possibili semplificazioni della complessità.
Mappa come metafora o uno dei tanti modi per leggere il mondo?
Dobbiamo aprirci, guardare l’ossatura, le radici del movimento e il loro sfaldamento verso il finire della vita. Queste mappe sono anch’esse protesi su protesi che desiderano essere messe in carta, viste e quasi possedute, non virtuali ma presenti.
Materia. Come le nostre ossa. Materia come i nostri sentieri.


Ph e testi: Gianni Mazzesi

Dance O.P. - A history of prosthesis

Description: Dance O.P. (storia di una protesi)

E’ un’indagine del nostro interno, nata dall’unione delle radiografie di famiglia. Come ritrovare una via, dare un senso ad un evento tragico per costruirne una mappa percorribile.
Non possiamo capire cosa ci succede solo accarezzando la pelle. Ed allora?
Si è trovato un’ordine, partendo dall’ordine geometrico dello scheletro, una possibile chiralità?
Sappiamo che la regola è una sola delle possibili semplificazioni della complessità.
Mappa come metafora o uno dei tanti modi per leggere il mondo?
Dobbiamo aprirci, guardare l’ossatura, le radici del movimento e il loro sfaldamento verso il finire della vita. Queste mappe sono anch’esse protesi su protesi che desiderano essere messe in carta, viste e quasi possedute, non virtuali ma presenti.
Materia. Come le nostre ossa. Materia come i nostri sentieri.


Ph e testi: Gianni Mazzesi
Technique used: collage di stampa calcografica e radiografia
Dimensions: 50×50 cm
Production year: 2017

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Dance O.P. - A history of prosthesis

Tecnica utilizzata: collage di stampa calcografica e radiografia
Premi: 2020 Arcus Pride exhibition | 2019 Welcome to the machine, a cura di Francesca Canfora, Politecnico di Torino
Dimensioni: 50×50 cm
Anno di produzione: 2017

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Dance O.P. - A history of prosthesis

Technique used: collage di stampa calcografica e radiografia
Awards: 2020 Arcus Pride exhibition | 2019 Welcome to the machine, a cura di Francesca Canfora, Politecnico di Torino
Dimensions: 50×50 cm
Production year: 2017

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Maria Giovanna Morelli

BIO BIO BIO

Maria Giovanna Morelli (1978, Ravenna) graduated in Construction Engineering Architecture in Bologna. Her studies allow her to range across different media and materials,

such as installation practices and more traditional techniques like painting, drawing, and ceramics.

Her work has been exhibited on several occasions in national exhibitions and awards: in 2019 and 2017 she was selected for Arte Laguna Prize in Venice, in 2019 she was among the finalists for the Combat Prize on show at the Museo Fattori in Livorno.

In 2022 she took part in the workshop/residency promoted by RAMO and Untitled Association “Ritratto a Mano 7.0” with Monica Lundy and Daniele Puppi at the Ex Convento delle Clarisse in Caramanico Terme.

STATEMENT STATEMENT STATEMENT

Maria Giovanna Morelli’s artistic work oscillates between grotesque and monstrous imagery and a more fairy-tale world of soft figures and pastel colors. Sometimes ambiguous shapes hint at a veiled and never explicit eroticism. The reference to the human body often conceals an ironic approach, with a hint of cynicism that permeates her entire production.

The fundamental themes that run through much of her artistic research include family, motherhood and autobiographical cues.

Easily readable in the painting where figures sometimes become shapeless, fleshy masses, other times children’s bodies playing in geometric and flat environments that cross the domestic space.

The absolute protagonist in both painting and sculpture is colour. In painting, it is used as a material to create masses and backgrounds that leap out of space in strong bold chords, while in small sculptures it becomes a decorative element and the tonal chord becomes gentle and elegant.