Biografia

Maria Giovanna Morelli

Primi passi

Eccomi. Ho iniziato a disegnare da bambina. 

A casa ci permettevano di disegnare con i gessetti sulle pareti esterne dei muri. Ricordo che passavo pomeriggi a copiare i disegni di topolino o di personaggi dei cartoni animati. Tuttora il disegno è una pratica che mi rilassa e mi mantiene calma. 

Poi a scuola ho scoperto il disegno tecnico e la progettualità che ne sa dietro alla sua realizzazione. Da lì ho scelto di iscrivermi ad ingegneria edile/architettura a Bologna. Contemporaneamente però ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi in modo più libero ed ho iniziato a frequentare la scuola d’arte B. Ramenghi di Bagnacavallo. E’ una piccola scuola comunale, locale, dove si praticano diverse tecniche. Qui ho iniziato a dipingere ad olio, orientandomi da subito verso l’astratto. 

Poi negli anni ho acquisito esperienza nelle tecniche incisorie e calcografiche, mentre più recentemente mi sto dedicando alla scultura e all’installazione anche di grandi dimensioni. Possiamo dire che i “primi passi” del mio fare artistico sono dovuti ad una esigenza innata che ho sempre sentito e cercato di ascoltare.

Come le mie opere prendono vita

Sono una fucina, letteralmente dò forma ad oggetti e nuove immagini per capire meglio cosa sono e cosa sento. Sento un’esigenza, costruisco e metto il mio lavoro a disposizione di chi è interessato: è una sorta di scambio che prevede sempre un forte impatto emotivo. Inoltre quello che raccolgo lo reinvesto in un nuovo lavoro, questo mi porta a crescere e a far nascere nuove relazioni. 

Riesco a lavorare bene nel mio laboratorio in solitudine, ma con la radio accesa. 

Ho anche momenti in cui non produco, ma semplicemente vado in studio per osservare ed annusare i pezzi su cui sto lavorando. Sentirne l’odore mi attiva il pensiero: mi siedo, osservo, respiro e cerco di capire quale direzione deve prendere ad esempio un quadro. Poi mi alzo e metto giù un elenco di attività da svolgere e, in modo molto razionale, mi organizzo le giornate successive. Il giorno dopo entro in studio e inizio subito a lavorare usando la lista del giorno precedente come traccia. Cerco di uscire dallo studio lasciando sempre un elenco di attività da svolgere per la volta seguente. 

Il confronto con altri artisti

Spesso sento l’esigenza di un confronto con altri artisti, per cui cerco di tenere attive relazioni con chi conosco sul territorio locale. Mi interessa come lavorano gli altri e negli anni ho cercato di attivare collaborazioni, prima con il Collettivo Morelli Mazzesi, dove ho collaborato per qualche anno insieme all’artista e curatore Gianni Mazzesi, successivamente ho iniziato a gestire uno spazio indipendente insieme a mia zia Caterina, anche lei artista e Arianna Zama. Lo spazio si chiama Casa Baldassarri, è a Bagnacavallo ed è la casa dei miei nonni materni. Insieme organizziamo mostre ed eventi culturali, invitiamo altri artisti, amici.. sta diventando un luogo interessante e stimolante dal punto di vista degli scambi relazionali e delle idee. Dal 2014 collaboro anche con l’associazione CRAC, al momento abbiamo in gestione uno spazio culturale a Villa Verlicchi, Lavezzola.

Mi confronto sempre con i grandi dell’arte, per imparare. 

Primo fra tutti c’è Francis Bacon, poi Mattia Moreni e Velda Ponti, Cy Twombly, per l’uso materico che fanno della pittura e la potenza del gesto e del colore. Seguo anche il lavoro di Daniel Richter, Andreas Golder e Alessandro Pessoli. La pittura della scuola di Lipsia invece mi interessa per il modo in cui questi artisti organizzano lo spazio e costruiscono la scena all’interno della tela. Per la scultura e l’installazione posso citare Tatiana Trouvè, Franz West, Jannis Kounellis fra i primi. Mi piace molto l’irriverenza di Carsten Höller e di Thomas Hirschhorn.. e tanti altri.

Cerco di tenermi aggiornata sul lavoro anche degli artisti emergenti, mi piace confrontarmi e sono curiosa. 

Il mio stile artistico

Quando dipingo, prima di iniziare, strutturo l’opera sulla tela, traccio linee e cerco di costruire una scena. Subito dopo costruisco e definisco meglio lo spazio usando l’acrilico, matite, carboncino e pastelli ad olio. Solo dopo inizio ad usare il colore ad olio, con cui mi trovo meglio. Mi piace la sua pastosità, la trasparenza, la sua matericità, lo stendo anche direttamente con le mani, mi piace sporcarmi. Amo la pittura materica, quando il gesto ne amplifica la potenza: è quello che cerco.

Amo molto anche i colori complementari, le tinte forti ed accese e il contrasto con la morbidezza che si riesce ad ottenere con la pittura ad olio.

Quando mi occupo di installazioni invece il mio approccio cambia. Divento molto razionale, cerco di esprimere un concetto incastrando forme, usando oggetti declinati in funzioni differenti. Anche qui però cerco sempre il contrasto o ne esalto l’aspetto ironico.

Mi piace ad esempio realizzare copie e calchi in gesso di forme o di oggetti che hanno perso la loro funzione. Dai calchi realizzati produco sculture usando argilla refrattaria bianca e nera o terraglia.

Il tema della famiglia e della maternità

Ho iniziato a fare scultura in casa, con i miei figli, durante la maternità. Non sapevo come passare il tempo e cercavo di inventare modi per stare insieme a loro mandando avanti il mio lavoro artistico. Così un giorno, con la casa invasa da giochi, ovini di plastica, barattoli e tetrapack ho iniziato ad usare questo materiale per assemblare delle sculture che replicavano figure umane. Loro mi aiutavano, giocavamo insieme. Abbiamo tagliato a quadratini un pacco di cartine geografiche e guide del Touring Club vecchie e le abbiamo usate per rivestire le sculture, poi abbiamo aggiunto un po’ di pittura acrilica rosa dove serviva. Da quel momento ho iniziato a realizzare queste “concrezioni”, sculture antropomorfe fatte di materiali di recupero e rifiuti domestici che richiamano parti del corpo, organi artificiali e in plastica, uteri, fegati e stomaci.

Il tema della famiglia e della maternità ritorna un po’ in tutto il mio lavoro, dalla pittura all’installazione. Quando dipingo utilizzo come base le fotografie dei miei figli, sono spesso i soggetti principali ritratti. Ne deformo i corpi e gli arti, uso molto rosa e cerco di esaltarne la “carnosità”. Mi piace ritrarli in posizioni accovacciate, con i gomiti protesi all’infuori, le ginocchia nude, nell’atto del gioco. Poi però ne modifico le ambientazioni cercando di ricreare scene stranianti ed inquietanti, dove ad esempio  la sabbia diventa sangue e dal cielo colano i pensieri.

Nelle installazioni il tema della famiglia e dei rapporti familiari ritorna. Qui però affronto tutto in maniera diversa, cercando di esaltare o ribaltare i ruoli sociali, oppure lavoro su un’emozione e cerco di tradurla nello spazio usando poco o tanto materiale, poco o tanto colore, “togliendo o mettendo”. Quando “sento” che si crea un equilibrio fra le parti mi fermo. E’ una modalità di progettazione che ho acquisito all’università, durante i corsi di architettura a Bologna: ci veniva assegnato un tema e con i materiali disponibili dovevamo risolverlo in un progetto. E’ un po’ come risolvere un rebus, a volte trovi la soluzione subito, altre volte invece impieghi mesi.

Sulla mia vita

  • È un’artista italiana nata a Lugo (RA) nel 1978.
  • Si è laureata in Ingegneria e Architettura nel 2005 presso l’Università Alma Mater Studiorum, Bologna (Italia).
  • Vive e lavora a Russi, vicino a Ravenna (Italia).
  • Nel 2014 fonda il Collettivo Instabile, collettivo artistico indipendente con Gianni Mazzesi.
  • Nel 2018 ha fondato Casa Baldassarri, un nuovo spazio per artisti a Bagnacavallo, in Italia.
  • Collabora e gestisce uno spazio di ricerca artistica con il gruppo artistico indipendente CRAC.

Le mostre

  • Sogno Liquido, curated by Veronica Bassani e Filippo Maestroni, Palazzo delle Esposizioni, Faenza – 2021
  • Taking apart memories, curated by Sandra Pattin, Francesca Morozzi, Chiasso perduto, Firenze – 2021
  • IOTUNOI, curated by Collettivo Instabile Morelli Mazzesi & CRAC, DART Villa Verlicchi, Lavezzola IT – 2020
  • Welcome to the Machine, curated by Francesca Canfora, Festival della Tecnologia, Politecnico di Torino – 2019
  • COMBAT Prize, Museo Fattori, Livorno
  • Arte Laguna Prize, curated by Igor Zanti, Nappe dell’Arsenale, Venezia
  • Paratissima Art Talents, curated by Francesca Canfora, Castello Visconteo, Novara (IT) – 2018
  • Mettersi a nudo, curated by Gabriele Pantaleo and Ludovica Romano, N.I.C.E. Paratissima Torino, Caserma La Marmora
  • Figure del vuoto, solo show, Chiesa in Albis, Russi, RA
  • Merzbau Fotografie, curated by Giulia Marchi, Santevincenzi2 Bologna – Art White Night
  • Love is in the air?, solo show, curated by Collettivo Instabile Morelli Mazzesi, Centro Culturale “Carlo Venturini”, Massa Lombarda – 2017
  • #Rivoluzione03, curated by Giulia Marchi, SiFEST Off
  • Post Places. Dove vanno le lumache, curated by CRAC Arte per ScrittuRA Festival, S. Maria delle Croci Ravenna e Sala delle Pescherie LugO
  • Arte Laguna Prize, curated by Igor Zanti, Nappe dell’Arsenale, Venezia
  • ARTROOMS LONDON (collettivo instabile-Morelli Mazzesi), curated by Le Dame Gallery, Melia White House Hotel London – 2016
  • Traume sind schaume (I sogni sono schiuma), via Mazzini 88 Bagnacavallo, a cura di Galleria Instabile
  • CONCREZIONI-mapping our differences, Gianni Mazzesi e Maria Giovanna Morelli – Oratorio S. Sebastiano Forlì, a cura di Galleria Instabile – 2015
  • CONCREZIONI, via Mazzini 88 Bagnacavallo, a cura di Galleria Instabile
  • HeartQuake Wop 2.0 Rigiocati Crevalcore curated by CRAC

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Maria Giovanna Morelli

BIO BIO BIO

Maria Giovanna Morelli (1978, Ravenna) si è laureata in Ingegneria Edile Architettura a Bologna. Gli studi svolti le permettono di spaziare tra diversi medium e materiali.

Nel suo lavoro si confronta spesso con le pratiche installative dove il rapporto con lo spazio diventa fondamentale, senza tralasciare le tecniche più tradizionali delle arti visive come la pittura, il disegno e la ceramica.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse occasioni in mostre e premi nazionali; nel 2019 e 2017 è selezionata per Arte Laguna Prize a Venezia, nel 2019 è tra i finalisti del Combat Prize in mostra presso il Museo Fattori di Livorno.

Nel 2022 prende parte al workshop/residenza promosso da RAMO e Untitled Association “Ritratto a Mano 7.0” con Monica Lundy e Daniele Puppi presso l’ Ex Convento delle Clarisse di Caramanico Terme. 

STATEMENT STATEMENT STATEMENT

Il lavoro artistico di Maria Giovanna Morelli oscilla tra un immaginario grottesco e mostruoso ed un mondo più fiabesco di figure morbide e colori tenui. Forme talvolta ambigue che accennano ad un erotismo velato e mai esplicito. Il rimando al corpo umano nasconde spesso un approccio ironico, che a volte approda ad un chiaro cinismo e permea tutta la sua produzione.

Tra i temi fondamentali che attraversano gran parte della sua ricerca artistica troviamo la famiglia, la maternità e spunti autobiografici.

Facilmente leggibili nella pittura dove campeggiano figure che diventano talvolta masse informi e carnose, altre volte corpi di bambini che giocano in ambienti geometrici e piani che attraversano lo spazio domestico. 

Protagonista assoluto sia nella produzione pittorica che nella scultura è il colore. Nella pittura è usato come materia per creare masse e campiture che fuoriescono dallo spazio in accordi azzardati forti, mentre nelle piccole sculture diventa elemento decorativo e l’accordo tonale si fa gentile ed elegante.