Una dalia è sbocciata nella Chiesa di S. Gerolamo a Bagnacavallo
di Sabrina Bandini
Prossimo appuntamento: conferenza “San Gerolamo e il suo spazio” di Santi Centineo venerdì sera
26 maggio ore 20.30.
Il contesto
A Bagnacavallo da qualche tempo nella Chiesa di S. Gerolamo è fiorito un giardino che si nutre della luce dell’anima.
Una Dalia gigante, ma anche papaveri, tarassaco.. tutti cresciuti nella serra di Monica Pirazzoli, pittrice, artista. I fiori da sempre simbolo di vita celano spiritualità e segreti solo in parte svelati da Georgia O’Keeffe artista da cui Monica trae ispirazione.
La figura resta comunque il suo grande interesse e Monica pare scolpire i corpi che appaiono fra i fiori, sulle tele. E’ salita sulle spalle dei giganti come Tiziano per guardare lontano.
Le tele che si trovano attualmente in S. Gerolamo, giunte bianche come lascito di un pittore, sono venute da lontano, Ragusa, per offrire un prato di 3 metri e mezzo per 2.
Storia di Monica
La storia di Monica è la storia di un talento maturato nell’intimo da quando come bimba già disegnava. Da 8 anni a 48 anni però questo talento non si è spento anzi, ha segnato la sua strada sbocciando proprio in S.Girolamo. Dopo un percorso professionale a fare altro e a crescere i figli, Monica si è dedicata all’arte in via definitiva nutrendo il suo talento alla scuola d’Arte che porta il nome del pittore rinascimentale Ramenghi di cui troviamo il dipinto in S.Girolamo e non è l’unico capolavoro custodito all’interno di questa chiesa.
La Chiesa di S. Gerolamo
I visitatori catturati dalla fragranza dei fiori entrano furtivi nella chiesa e si lasciano catturare dai suoi misteri ebraici e dal Cristo ricavato da legno di vite con vene di corda che travolge di spiritualità la chiesa. Qui una madonna vestita in abiti d’epoca sorveglia il culto, orgogliosa e fiera di tanta bellezza. La chiesa di S. Gerolamo è stata costruita nel 1450, la chiesa subì diversi rifacimenti e fu quasi completamente distrutta dal terremoto del 1688, in seguito fu ristrutturata e completata nel 1718. All’interno si possono ammirare oltre al crocifisso ligneo databile fine ‘400, una tela cinquecentesca raffigurante l’incredulità di San Tommaso e il coro in legno intarsiato del XVII secolo.
Nella terza cappella a destra si trova la lapide tombale di Giulio Goldoni, padre dell’illustre commediografo Carlo, che fu medico condotto a Bagnacavallo e qui morì nel 1731.
Il convento attiguo fu sede di un rinomato studio di filosofia e teologia.
Nel 1839 fu trasformato in ospedale civile, funzione che ha mantenuto fino alla fine del ‘900.
In San Gerolamo c’e’ un ulteriore elemento ‘esotico’, si tratta di una epigrafe sepolcrale scritta in ebraico datata 1587.
“L’arte come la vita si fa insieme” e citando l’intimo amico Ezio Bosso, da poco scomparso, Monica racconta di preferire alle personali i momenti di incontro che come questo in S. Gerolamo favoriscono la collaborazione fra gli artisti, è il caso del connubio con Filippo Maestroni e Maria Giovanna Morelli.
I guardiani volontari di S.Girolamo hanno avuto fiducia affidando a Monica le chiavi della Chiesa. L’Italia ha bisogno di questo, di fare arte insieme e non ignorare più la bellezza che ci circonda. Arrivano a proposito le parole di Georgia O’Keeffe: “Decisi che se avessi potuto dipingere quel fiore in una scala più grande, non avreste potuto ignorarne la sua bellezza”.
Grazie Monica per aver trovato la lente di ingrandimento più grande che potevi.