Dance O.P. - Maria Giovanna Morelli - Visual Artist
Descrizione: Dance O.P. (storia di una protesi)

E’ un’indagine del nostro interno, nata dall’unione delle radiografie di famiglia. Come ritrovare una via, dare un senso ad un evento tragico per costruirne una mappa percorribile.
Non possiamo capire cosa ci succede solo accarezzando la pelle. Ed allora?
Si è trovato un’ordine, partendo dall’ordine geometrico dello scheletro, una possibile chiralità?
Sappiamo che la regola è una sola delle possibili semplificazioni della complessità.
Mappa come metafora o uno dei tanti modi per leggere il mondo?
Dobbiamo aprirci, guardare l’ossatura, le radici del movimento e il loro sfaldamento verso il finire della vita. Queste mappe sono anch’esse protesi su protesi che desiderano essere messe in carta, viste e quasi possedute, non virtuali ma presenti.
Materia. Come le nostre ossa. Materia come i nostri sentieri.


Ph e testi: Gianni Mazzesi

Dance O.P. - A history of prosthesis

Descrizione: Dance O.P. (storia di una protesi)

E’ un’indagine del nostro interno, nata dall’unione delle radiografie di famiglia. Come ritrovare una via, dare un senso ad un evento tragico per costruirne una mappa percorribile.
Non possiamo capire cosa ci succede solo accarezzando la pelle. Ed allora?
Si è trovato un’ordine, partendo dall’ordine geometrico dello scheletro, una possibile chiralità?
Sappiamo che la regola è una sola delle possibili semplificazioni della complessità.
Mappa come metafora o uno dei tanti modi per leggere il mondo?
Dobbiamo aprirci, guardare l’ossatura, le radici del movimento e il loro sfaldamento verso il finire della vita. Queste mappe sono anch’esse protesi su protesi che desiderano essere messe in carta, viste e quasi possedute, non virtuali ma presenti.
Materia. Come le nostre ossa. Materia come i nostri sentieri.


Ph e testi: Gianni Mazzesi
Tecnica utilizzata: collage di stampa calcografica e radiografia
Dimensioni: 50×50 cm
Anno di produzione: 2017

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Dance O.P. - A history of prosthesis

Tecnica utilizzata: collage di stampa calcografica e radiografia
Premi: 2020 Arcus Pride exhibition | 2019 Welcome to the machine, a cura di Francesca Canfora, Politecnico di Torino
Dimensioni: 50×50 cm
Anno di produzione: 2017

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Maria Giovanna Morelli

BIO BIO BIO

Maria Giovanna Morelli (1978, Ravenna) si è laureata in Ingegneria Edile Architettura a Bologna. Gli studi svolti le permettono di spaziare tra diversi medium e materiali.

Nel suo lavoro si confronta spesso con le pratiche installative dove il rapporto con lo spazio diventa fondamentale, senza tralasciare le tecniche più tradizionali delle arti visive come la pittura, il disegno e la ceramica.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse occasioni in mostre e premi nazionali; nel 2019 e 2017 è selezionata per Arte Laguna Prize a Venezia, nel 2019 è tra i finalisti del Combat Prize in mostra presso il Museo Fattori di Livorno.

Nel 2022 prende parte al workshop/residenza promosso da RAMO e Untitled Association “Ritratto a Mano 7.0” con Monica Lundy e Daniele Puppi presso l’ Ex Convento delle Clarisse di Caramanico Terme. 

STATEMENT STATEMENT STATEMENT

Il lavoro artistico di Maria Giovanna Morelli oscilla tra un immaginario grottesco e mostruoso ed un mondo più fiabesco di figure morbide e colori tenui. Forme talvolta ambigue che accennano ad un erotismo velato e mai esplicito. Il rimando al corpo umano nasconde spesso un approccio ironico, che a volte approda ad un chiaro cinismo e permea tutta la sua produzione.

Tra i temi fondamentali che attraversano gran parte della sua ricerca artistica troviamo la famiglia, la maternità e spunti autobiografici.

Facilmente leggibili nella pittura dove campeggiano figure che diventano talvolta masse informi e carnose, altre volte corpi di bambini che giocano in ambienti geometrici e piani che attraversano lo spazio domestico. 

Protagonista assoluto sia nella produzione pittorica che nella scultura è il colore. Nella pittura è usato come materia per creare masse e campiture che fuoriescono dallo spazio in accordi azzardati forti, mentre nelle piccole sculture diventa elemento decorativo e l’accordo tonale si fa gentile ed elegante.